BUCURESTI

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                                                                                                                                                                                                                                                           In foto: Vlad Tepes

Secondo la leggenda Bucarest fu fondata da un pastore chiamato Bucur, che nel XII secolo si sedette a riposare vicino a Piaţa Obor; affascinato dal luogo, decise poi di costruirvi una città.
In realtà Bucarest crebbe solamente dopo che Vlad III Ţepeş (Vlad III l’Impalatore) vi trasferì la sua corte nel 1459.
La città fu parzialmente data alle fiamme dai turchi nel XVI secolo, ma crebbe nuovamente all’inizio del XVIII secolo attorno all’attuale quartiere di Lipscani, che divenne il più attivo centro commerciale della Valacchia.
 Occupata dai russi e dagli austriaci per brevi periodi nel XIX secolo, Bucarest divenne la capitale dei Principati Uniti di Valacchia e Moldavia nel 1861; nel 1900 contava una popolazione di 300.000 abitanti, divenendo così una delle maggiori città europee.
Fu riconfermata capitale della Romania alla fine della Prima guerra mondiale, guerra che la Romania combatté a fianco della Triplice Intesa, quando al territorio dei principati venne unita la Transilvania.
Durante la Seconda guerra mondiale la Romania venne frammentata: la maggior parte della Transilvania fu ceduta all’Ungheria con il Patto Molotov-Ribbentrop, mentre il resto del paese divenne un protettorato tedesco.
L’esercito rumeno combatté al fianco dei nazisti sul fronte orientale e fu direttamente coinvolto in alcuni dei più infamanti massacri del popolo ebraico, tra cui il Massacro di Odessa del 1941.                                                                                                                                                                                                                                                                      
La Romania uscì dalla guerra il 23 agosto 1944, quando il giovane re Mihai arrestò il primo ministro Ion Antonescu.
Questo tardivo intervento non fermò l’invasione sovietica, e nel 1947 il re fu costretto ad abdicare in vista dell’instaurazione del regime stalinista; gli anni ’50 furono contraddistinti dall’asservimento a Mosca.
Dopo un lieve disgelo seguito all’elezione di Nicolae Ceauşescu a capo del Partito comunista nel 1965, l’economia subì un crollo negli anni ’70 e ’80, e la repressione aumentò.
Nel dicembre 1989 la popolazione esplose in una rivoluzione, fece cadere Ceauşescu e promulgò un nuovo governo.
Ion Iliescu, un
seguace di Ceauşescu, pose però presto fine all’ondata rivoluzionaria accentrando il potere nelle mani proprie e del proprio partito.
Nel giugno 1990 gli studenti che manifestarono in Piaţa Universităţii contro il passaggio da una dittatura a un’altra vennero brutalmente uccisi dai minatori, fedeli sostenitori di Iliescu.
Da allora Bucar
est si è lentamente trasformata in una moderna capitale europea.
Iliescu ha abbandon
ato definitivamente la presidenza nel 2004, e la maggior parte di ciò che rimaneva del vecchio regime è scomparso con lui. Il governo che lo ha sostituito ha varato un gran numero di riforme, che hanno portato la Romania il 1° gennaio 2007 nell’UE.



In foto: Nicolae Ceausescu