L'origine del tortellino
è contesa tra Modena, Bologna e Castelfranco Emilia. Quando si
parla della cucina bolognese si pensa
subito ai suoi due maggiori simboli, la mortadella e il
tortellino; quest'ultimo in particolare racchiude dentro la sua
bontà una serie di leggende, più o meno probabili, che ne
vogliono trovare un'origine.
Si racconta che in una locanda di Castelfranco dell'Emilia,
allora sotto Bologna, giunse una splendida Marchesina. Il cuoco
dell'osteria, attratto da tale bellezza, spiò la donna dalla
serratura e rimase colpito dal suo ombelico. Quando arrivò il
momento di preparare la cena, l'abile chef formò, con sfoglia e
ripieno di carne, una nuova prelibatezza, ispirandosi proprio a
quel nobile ombelico.
Altri vogliono un'origine divina, sostituendo alla figura della
Marchesina, la Dea Venere. Qualunque sia la sua vera storia, il
tortellino è conosciuto in tutto il mondo, basti pensare che nel
1904 i tortellini dei fratelli Bertagni furono esposti alla
fiera di Los Angeles.
Dal dopoguerra, si è diffusa l'usanza di condire il tortellino
con la panna, scatenando le furie dei tradizionalisti: il vero tortellino è quello servito in brodo.
Camminando per le strade della città noterete che ogni negozio
di pane e pasta che si rispetti vende i suoi "tortellini della
nonna", preparati rigorosamente a mano dalle abili massaie
bolognesi, secondo una propria tradizione familiare; la vera
ricetta fu però depositata il 7 dicembre 1974, dalla "Dotta
Confraternita del Tortellino" presso la Camera di Commercio di
Bologna.
I tortellini in brodo erano noti già nel 1550, quando la
"minestra dei torteleti" venne citata nel Diario del senato
della citta' di Bologna, all'interno del menu' dei
festeggiamenti per l'insediamento dei nuovi tribuni.